Pino Ammendola, Intervista al Regista, Doppiatore, Attore e Autore Teatrale Italiano

Lo staff di Esauriente ha raggiunto Pino, Giuseppe Ammendola, il quale ci ha dedicato un pò del suo tempo rilasciandoci una piacevolissima intervista.

Pino Ammendola, classe 1951 originario di Napoli, è un attore, doppiatore, regista e autore teatrale italiano di indiscusso successo, presente sulle scene del cinema e della televisione da moltissimo tempo come uno dei volti più storici e apprezzati.

All’interno del mondo cinematografico Pino Ammendola ha preso parte a diversi film, primo dei quali Operazione San Gennaro, regia di Dino Risi (1966), passando da un successo all’altro dividendosi tra il teatro e la televisione come  Antonio Gramsci – I giorni del carcere (1977), Tequila e Bonetti (2000), La Squadra (2000), Don Matteo (2001), Provaci ancora Prof! (2005-2017).

Regista e doppiatore in moltissimi film di vario genere, compresa l’animazione, risulta pressoché impossibile elencare l’intera carriera di uno dei volti italiani più versatili e talentuosi.

Attore, doppiatore, regista e autore teatrale italiano di grandissimo successo. In quale ruolo ti ritrovi maggiormente?

Come Sherazade penso che chi abbia buone storie da raccontare ha salva la vita… e mio mestiere è raccontare… non importa come, in che ruolo o in quale veste, l’importante è creare empatia con quelli che ti ascoltano portando sempre una buona dose di verità… il che significa cercare ogni volta di donare un pezzettino di se stessi.  

La tua carriera è costellata da una lunghissima serie di film, serie Tv, opere teatrali e numerosi premi ricevuti. Come hai capito che questa sarebbe diventata la tua strada?

Quando avevo 9 anni ebbi una piccolissima esperienza su di un palco teatrale e l’emozione fu tale che nacque in me il desiderio di fare l’attore e giurai a me stesso che avrei inseguito quel sogno… ma continuavo a fare studi regolari (con grande profitto), solo diversi anni dopo ho capito che quella sarebbe stata la mia vita.

Fu l’incontro con un grande attore: Achille Millo, che io considero il mio maestro, che mi fece capire come fare l’attore potesse essere un mestiere di grande valenza culturale così “entrai in arte “ con tutta la mia passione.

A quale film sei rimasto maggiormente legato nel corso degli anni?

E’ difficile dirlo perché i film sono un pò come figli… ami sempre di più l’ultimo nato perché ha bisogno di cure maggiori… un film che ho molto amato è stato “Un uomo perbene” di Maurizio Zaccaro sulla vita di Enzo Tortora (che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente) , ma anche “Missione d’amore” di Dino Risi e ca va sans dire la serie televisiva “Provaci ancora Prof” che mi ha dato tanta popolarità.

In qualità di doppiatore il tuo percorso è iniziato sotto la direzione di Pier Paolo Pasolini ne ‘Il Decameron’. Che cosa ricordi di quella collaborazione?

Un ricordo particolare perché io ero un fan di Pasolini e da buon universitario erudito (e presuntuoso) conoscevo tutta la sua produzione letteraria e io avrei voluto parlare con lui della sua poetica… ma (giustamente) non mi prestava molta attenzione ed era molto più interessato a parlare con gli altri doppiatori di calcio, argomento sul quale io ero (e sono) completamente digiuno!

All’interno della vicenda che ha coinvolto Riace ti sei espressamente schierato dalla parte di Mimmo Lucano. Il modello Riace risulta un argomento odierno delicato e di facili giudizi, seppur dapprima rinomato in tutta Europa. Quali sono le tue riflessioni a riguardo?

Credo che i social vadano usati anche per esprimere la propria passione civile… al di là delle polemiche e dei ‘distinguo’ di lana caprina di questi giorni, mi sono sentito in dovere (nella mia modestissima dimensione di personaggio pubblico) di testimoniare la mia solidarietà ad un uomo che ha provato a cercare di migliorare il mondo in cui viviamo!

Com’è cambiato il mondo del cinema, del teatro e della televisione nel periodo odierno?

La nostra società è molto cambiata ed il cinema e media sono cambiati con essa… siamo in un tempo di grandi conflitti… di guerre reali e non dichiarate… da un lato un imbarbarimento e un aumento vertiginoso dell’egoismo e delle paure da questo prodotte ma dall’altro, come in tutte le guerre, delle sacche di resistenza eroica e consapevole… forse maggiormente consapevole di un tempo delle ingiustizie sociali… e io spero in quegli eroi sconosciuti che combattano anche con l’arma del cinema civile.

Quanto contano per te le origini con la tua terra natale?

Non dimenticare che sono napoletano… una categoria dello spirito che forse viene prima del nome o del genere e sicuramente prima della italianità! Scherzi a parte le radici sono tutto… siamo alberi che possono crescere solo se sono ben piantati nel proprio humus… la nostra capacità di ‘scendere’ nelle nostre radici… nella nostra storia è direttamente proporzionale alla nostra possibilità di essere autentici e quindi UOMINI… io mi ritengo fortunato di essere figlio dell’ ultima città pagana e mistica del pianeta… la città che ha inventato il ‘caffè sospeso’ perchè lì nessuno possa mai sentirsi così povero da non potersi permettere un caffè!

Al termine di questa profonda chiacchierata con Pino Ammendola lo staff di Esauriente coglie l’occasione per ringraziare la professionalità e soprattutto l’umiltà di un grandissimo attore parte della storia italiana.

Invitiamo i nostri lettori a seguire Pino Ammendola sulla sua Pagina Facebook e sul suo Profilo Instagram.

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